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“QUANDO A TODI ARDEVA LA FIAMMA ” commento di Fernando Pieramati

“…In un paese abituato spesso a correre in soccorso del vincitore, come aveva sperimentato lo stesso  fascismo trionfante,  c’erano italiani che si sentivano in dovere di mettersi dalla parte dei perdenti…”

“Quando a Todi ardeva la Fiamma” , storia sintetica ma esaustiva compilata da Graziano Barberini e Pier Francesco Quaglietti, è il rendiconto di una presenza umana oltre che politica, del Movimento Sociale Italiano in una determinata realtà geografica: ma storie simili, figure simili, percorsi simili, vi furono in migliaia di altri luoghi lungo tutta la Penisola.

I due autori hanno partecipato a quella storia in prima persona, iniziata ai tempi del liceo negli anni ’70, proseguita durante l’Università e vissuta a fasi alterne fin quasi alla conclusione,  quando, adeguandosi ai tempi nuovi, il congresso di Fiuggi sancì lo scioglimento del Msi e la nascita di un nuovo e diverso partito, Alleanza nazionale.

Ma il libro ha voluto andare indietro nel tempo, agli inizi della vicenda missina, con una ricerca di documenti e di testimoni di quantità e qualità notevoli; utile e interessante la sintesi della storia fascista locale. Una pubblicazione che è un esempio storiografico elaborato da non professionisti, ma con grande attenzione e serietà.

La storia del Msi a Todi, come in migliaia di altri paesi, inizia nel 1947, pochi mesi dopo la fondazione del partito, avvenuta nel dicembre 1946, a Roma.

Mentre ancora versavano sangue gli strascichi della guerra civile, alcuni si sentirono in dovere di rivendicare una continuità ideale e una fedeltà all’Italia sconfitta.

In un paese abituato spesso a correre in soccorso del vincitore, come aveva sperimentato lo stesso  fascismo trionfante,  c’erano italiani che si sentivano in dovere di mettersi dalla parte dei perdenti.

Si trattava in genere di giovani, o giovanissimi, reduci dai campi di prigionia, studenti, gente di popolo che non accettava la rappresentazione del recente passato come un vergogna da dimenticare.

Il libro” Quando a Todi ardeva la fiamma “  racconta, accanto alle difficoltà di ritrovare un proprio spazio politico, le biografie dei protagonisti, caratterizzate spesso da precarietà, trasferimenti per cercare un lavoro, ostracismi.

La lunga vicenda delle competizioni elettorali, caratterizzata dalla cronica mancanza di mezzi e dalla impossibilità di promettere sistemazioni, raccomandazioni, posti di lavoro, attestano il sostanziale disinteresse personale dei fondatori e degli elettori: mettersi in lista col Msi, o semplicemente votarlo, fu un atto di assoluta libertà, della  noncuranza per le proprie fortune individuali.

Spicca per tale atteggiamento, la figura emblematica di Aldo Chinea, che ricoprì incarichi di partito  e fu più volte consigliere comunale e provinciale, contribuendo alla vita politica e amministrativa di Todi e della provincia di Perugia con intelligenza e abnegazione, ricercando il bene comune.

La storia del Msi non fu certamente solo il mondo dell’ideale, che muoveva gli animi dei primi militanti: l’evoluzione della pratica elettorale, le ambizioni personali, legittime o meno, si svilupparono, e reclamarono una loro soddisfazione, così come gli eventi congressuali offrirono l’occasione di scontri durissimi, cruente contrapposizioni di tesi politiche e di personalismi.

Dagli anni ’50 in poi, le polemiche interne raggiunsero livelli asperrimi, con un correntismo bellicoso, generato da opposte strategie e finalità, avente al centro dell’infuocato dibattito la questione dell’inserimento o meno del partito nel sistema di governo e di potere.

Sarebbe interessante parlare di tale argomento, ma non è questo il tema attuale.

Di tale situazione, la meritoria pubblicazione dei carissimi amici Graziano e Pier Francesco, dà un sintetico resoconto, illustrando le storiche contrapposizioni tra Michelini e Almirante, e poi quella tra Almirante e Rauti, e poi tra Fini e Rauti, una lunghissima vicenda di battaglie, di documenti, di votazioni, un accanito processo democratico.

Questa pubblicazione, che toglie dall’oblio nel quale rischiava di cadere una parte non trascurabile  della vita italiana da un punto di vista locale, ma non localistico, testimonia la profondità dell’adesione di molti a “quella” vita,  rievocando gli impegni di corrente che ci coinvolsero in anni lontani, convinti, come eravamo allora, che le nostre idee potessero muovere un mondo, che l’Albero della nazione germoglierà di nuovo. ”

Fernando Pieramati, segretario regionale per l’Umbria del Fronte della Gioventù dal 1975 al 1979

consigliere comunale di Terni del Msi dal 1980 al 1990 e componente del Comitato Centrale del MSI

 

“La propaganda fascista nelle università inglesi. La diplomazia culturale di Mussolini in Gran Bretagna (1921 – 1940)” di Tamara Colacicco

 

Mercoledì 17 ottobre 2018, nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità” sarà presentato il volume di Tamara Colacicco MariuzzoLa propaganda fascista nelle università inglesi. La diplomazia culturale di Mussolini in Gran Bretagna 1921-1940 (Franco Angeli, 2018).

Focalizzandosi sulla diplomazia culturale estera del fascismo, l’autrice si concentra sulcase study britannico valutando per la prima volta il ruolo svolto dai docenti universitari diItalian Studies nell’ambito della propaganda all’estero del regime. Grazie a un accurato lavoro d’archivio su fonti britanniche ed italiane finora inesplorate – in particolare i documenti del The National Archives di Londra, dell’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e dell’Archivio della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice –, il libro ricostruisce l’attività politica di intellettuali “funzionari” e “militanti”, soffermandosi su personalità storiograficamente poco considerate in relazione al loro rapporto con il regime, quali Cesare Foligno, Alfredo Obertello e Pietro Rèbora.
Il risultato è la scoperta di un avvincente network che offre un contributo originale per esplorare l’esercizio della propaganda estera fascista e il problema degli italiani emigrati durante il Ventennio.

L’incontro sarà introdotto e moderato da Andrea Perrone della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Sarà presente il Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Giuseppe Parlato.

Tamara Colacicco è ricercatrice in Storia contemporanea ed esperta in relazioni culturali e politiche anglo-italiane tra le due guerre. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Inghilterra (University of Reading) ed è stata assegnista di ricerca della University of London. Attualmente svolge attività di ricerca come Postdoctoral Fellow presso la University of London. Numerose le sue pubblicazioni su prestigiose riviste accademiche italiane, inglesi e americane.

“Dalla parte dei vinti. Memorie e verità del mio Novecento” di Piero Buscaroli – Editore Mondadori

Piero Buscaroli non si smentisce: si supera. Un libro che è un tesoro, un libro di testo,un libro che si esaurisce ad ogni ristampa

Nonostante sia trascorso più di mezzo secolo dal crollo del fascismo e dalla fine del secondo conflitto mondiale, siamo davvero convinti di sapere come andarono effettivamente le cose? Il tanto discusso dopoguerra italiano può considerarsi concluso? Piero Buscaroli, critico musicale, scrittore e giornalista non ne è affatto convinto e ha deciso di aprire la sua valigia di carte, documenti inediti e ricordi troppo a lungo taciuti per raccontarci il suo Novecento. Adolescente romagnolo con la passione per il pianoforte, assiste con stupore a fianco del padre Còrso, insigne latinista, al naufragio “non casuale” del 1943-45, che precipitò l’Italia in una spirale di guerra e violenze. L’interpretazione di eventi come la “congiura” del 25 luglio contro Mussolini, la dissoluzione militare e civile dell’8 settembre, l’occupazione tedesca e i “crimini dei vincitori” ci restituisce l’immagine di un Buscaroli “schierato a vita”, cittadino coatto di una “ex nazione”. Le sue “passeggiate fuori dalle solite strade della storiografia dominante” lo portano poi a visitare luoghi simbolo del Novecento come il Giappone e la Germania del dopoguerra, il Vietnam del 1966, la Praga del 1968, senza rinunciare agli incontri, che si susseguono in questi anni, con personaggi altrettanto significativi, da Ezra Pound a Dino Grandi, dall’ambasciatore giapponese Hidaka – l’ultima persona che ebbe un colloquio con Mussolini prima dell’arresto ordinato dal re – al dittatore portoghese Salazar.

“Il martirio degli armeni. Un genocidio dimenticato”. Ediz. illustrata di Marco Impagliazzo

 

È stato il primo genocidio del Novecento. Più di un milione di armeni cristiani dell’Impero ottomano sono stati uccisi, in massacri e marce della morte, durante la Prima guerra mondiale, a partire dal 1915. Ritorsione per la collaborazione con la Russia nemica o attuazione di un disegno nazionalista, per il quale la nuova Turchia doveva essere etnicamente e religiosamente omogenea, tutta turca e tutta musulmana? Sempre negato da parte turca, il genocidio degli armeni è stato dimenticato per decenni. Di recente, nuove indagini e ricerche hanno fatto luce su una vicenda tragicamente moderna e fornito risposte a domande importanti: chi diede l’ordine di uccidere? Come fu attuata una strage di così incredibili proporzioni? Agile e aggiornato, opera di uno dei primi storici italiani ad occuparsi della questione armena, questo volume si rivolge in particolare ai giovani e ai lettori che vogliono conoscere, comprendere, ricordare.

SPOLETO, WEEKEND DEDICATO ALLA CULTURA ALLA LIBRERIA AURORA Sabato 27 gennaio, la presentazione del libro ‘La Battaglia di Cable street’ alla presenza dell’autore Domenica 28 gennaio, incontro con l’esperto Giulio Sapori sulla condizione animale nella società attual

 

Dalla storia politica alla condizione animale nella società odierna per un weekend ricco di iniziative alla Libreria Aurora di Spoleto. Questo fine settimana, infatti, la giovane realtà di via dell’Anfiteatro 12 organizza due incontri pubblici, il primo, sabato 27 gennaio, alle 18, dedicato al libro ‘La Battaglia di Cable street – La disfatta delle camicie nere inglesi e la nascita dell’antifascismo militante europeo’ e il secondo, domenica 28 gennaio, sempre alle 18, sul tema ‘Fabbriche di corpi. Capitalismo e condizione animale’.

“La Macchina Imperfetta” di Guido Melis,componente della Commissione Scientifica della Fondazione Ugo Spirito-Renzo De Felice

 

Lo Stato fascista studiato nei suoi meccanismi essenziali. I cambiamenti e le continuità che lo caratterizzarono: nei ministeri, nei nuovi enti pubblici, nel rapporto contraddittorio fra centro e periferia. E in primo piano il nuovo soggetto che ambiguamente penetra nello Stato e al tempo stesso se ne lascia penetrare, statalizzandosi: il Partito fascista. E poi le élites, fra continuità e innovazione: burocrazie, gerarchie politiche centrali e periferiche, magistrature ordinaria e amministrativa, podestà, sindacalisti e capi delle corporazioni, autorità scolastiche, sovrintendenti alle belle arti, uomini dell’impresa pubblica e del parastato. Uno Stato ben lontano dall’essere la “macchina perfetta” che vorrebbe sembrare. Un affresco ricco di particolari da cui emerge una visione complessa di quel che volle e non riuscì a essere lo Stato. Stato “fascista” ma al tempo stesso Stato “nel fascismo”. Le edizioni del Mulino