Archivi Giornalieri: febbraio 23, 2022

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“QUANDO A TODI ARDEVA LA FIAMMA ” commento di Fernando Pieramati

“…In un paese abituato spesso a correre in soccorso del vincitore, come aveva sperimentato lo stesso  fascismo trionfante,  c’erano italiani che si sentivano in dovere di mettersi dalla parte dei perdenti…”

“Quando a Todi ardeva la Fiamma” , storia sintetica ma esaustiva compilata da Graziano Barberini e Pier Francesco Quaglietti, è il rendiconto di una presenza umana oltre che politica, del Movimento Sociale Italiano in una determinata realtà geografica: ma storie simili, figure simili, percorsi simili, vi furono in migliaia di altri luoghi lungo tutta la Penisola.

I due autori hanno partecipato a quella storia in prima persona, iniziata ai tempi del liceo negli anni ’70, proseguita durante l’Università e vissuta a fasi alterne fin quasi alla conclusione,  quando, adeguandosi ai tempi nuovi, il congresso di Fiuggi sancì lo scioglimento del Msi e la nascita di un nuovo e diverso partito, Alleanza nazionale.

Ma il libro ha voluto andare indietro nel tempo, agli inizi della vicenda missina, con una ricerca di documenti e di testimoni di quantità e qualità notevoli; utile e interessante la sintesi della storia fascista locale. Una pubblicazione che è un esempio storiografico elaborato da non professionisti, ma con grande attenzione e serietà.

La storia del Msi a Todi, come in migliaia di altri paesi, inizia nel 1947, pochi mesi dopo la fondazione del partito, avvenuta nel dicembre 1946, a Roma.

Mentre ancora versavano sangue gli strascichi della guerra civile, alcuni si sentirono in dovere di rivendicare una continuità ideale e una fedeltà all’Italia sconfitta.

In un paese abituato spesso a correre in soccorso del vincitore, come aveva sperimentato lo stesso  fascismo trionfante,  c’erano italiani che si sentivano in dovere di mettersi dalla parte dei perdenti.

Si trattava in genere di giovani, o giovanissimi, reduci dai campi di prigionia, studenti, gente di popolo che non accettava la rappresentazione del recente passato come un vergogna da dimenticare.

Il libro” Quando a Todi ardeva la fiamma “  racconta, accanto alle difficoltà di ritrovare un proprio spazio politico, le biografie dei protagonisti, caratterizzate spesso da precarietà, trasferimenti per cercare un lavoro, ostracismi.

La lunga vicenda delle competizioni elettorali, caratterizzata dalla cronica mancanza di mezzi e dalla impossibilità di promettere sistemazioni, raccomandazioni, posti di lavoro, attestano il sostanziale disinteresse personale dei fondatori e degli elettori: mettersi in lista col Msi, o semplicemente votarlo, fu un atto di assoluta libertà, della  noncuranza per le proprie fortune individuali.

Spicca per tale atteggiamento, la figura emblematica di Aldo Chinea, che ricoprì incarichi di partito  e fu più volte consigliere comunale e provinciale, contribuendo alla vita politica e amministrativa di Todi e della provincia di Perugia con intelligenza e abnegazione, ricercando il bene comune.

La storia del Msi non fu certamente solo il mondo dell’ideale, che muoveva gli animi dei primi militanti: l’evoluzione della pratica elettorale, le ambizioni personali, legittime o meno, si svilupparono, e reclamarono una loro soddisfazione, così come gli eventi congressuali offrirono l’occasione di scontri durissimi, cruente contrapposizioni di tesi politiche e di personalismi.

Dagli anni ’50 in poi, le polemiche interne raggiunsero livelli asperrimi, con un correntismo bellicoso, generato da opposte strategie e finalità, avente al centro dell’infuocato dibattito la questione dell’inserimento o meno del partito nel sistema di governo e di potere.

Sarebbe interessante parlare di tale argomento, ma non è questo il tema attuale.

Di tale situazione, la meritoria pubblicazione dei carissimi amici Graziano e Pier Francesco, dà un sintetico resoconto, illustrando le storiche contrapposizioni tra Michelini e Almirante, e poi quella tra Almirante e Rauti, e poi tra Fini e Rauti, una lunghissima vicenda di battaglie, di documenti, di votazioni, un accanito processo democratico.

Questa pubblicazione, che toglie dall’oblio nel quale rischiava di cadere una parte non trascurabile  della vita italiana da un punto di vista locale, ma non localistico, testimonia la profondità dell’adesione di molti a “quella” vita,  rievocando gli impegni di corrente che ci coinvolsero in anni lontani, convinti, come eravamo allora, che le nostre idee potessero muovere un mondo, che l’Albero della nazione germoglierà di nuovo. ”

Fernando Pieramati, segretario regionale per l’Umbria del Fronte della Gioventù dal 1975 al 1979

consigliere comunale di Terni del Msi dal 1980 al 1990 e componente del Comitato Centrale del MSI